L'umiltà è quella virtù che, quando la si ha, si crede di non averla.
Ognuno fa tutto il bene e tutto il male che può.
Ogni passione veramente profonda contiene in sé il suo contrario.
Nei paesi più progrediti del mondo occidentale, di fronte all'impressionante fenomeno del neocapitalismo o, direi meglio, del neofeudalesimo industriale, che differenza c'è ancora tra borghese e proletario?
La vera bellezza ha sempre qualcosa di estremo.
L'umiltà è come una bilancia: più ci si abbassa da una parte, più ci si innalza dall'altra.
L'umiltà vera è una specie di auto-annullamento; e questo è il centro di tutte le virtù.
Ci vuole più umiltà nei nostri momenti di successo che non in quelli di sconfitta.
Spesso l'umiltà non è altro che una finta sottomissione di cui ci si serve per sottomettere gli altri.
L'umiltà raccoglie sempre compassione; mentre la durezza di cuore e la mancanza di fede raccolgono sempre eventi duri ed imprevisti, finché all'improvviso insorge contro di loro il Male ed esse sono consegnate al giudizio finale.
Il marchio di un vero eroe è l'umiltà.
L'umiltà è soprattutto una qualità dell'attenzione.
L'umiltà è la prerogativa di coloro che conoscono i propri limiti... e li amano.
Non dobbiamo acquistare l'umiltà. L'umiltà è in noi. Soltanto, ci umiliamo dinanzi a falsi dèi.
Chi vuole trovare il vero riposo per la sua anima impari l'umiltà!