Il marchio di un vero eroe è l'umiltà.
L'umiltà, prova esperienza comune, è la scala di una giovane ambizione. Ma, come abbia raggiunto l'ultimo gradino, volge essa le spalle alla scala e rimira le nubi, spregiando i gradini più bassi ond'essa è ascesa.
L'umiltà vera è una specie di auto-annullamento; e questo è il centro di tutte le virtù.
L'umiltà in tutte le scienze e in tutte le arti è la base del vero sapere, come al contrario è un segno evidentissimo di una pretta ignoranza il pensar troppo di sé medesimo, il credere di non restar mai ingannato, e che nulla di vantaggioso, possa sapersi e scoprirsi.
L'umiltà è l'inizio della santità.
L'esperienza non dà certezza né sicurezza, ma anzi aumenta la possibilità di errore. Direi che è meglio ricominciare ogni volta da capo con umiltà perché l'esperienza non rischi di tramutarsi in furbizia.
L'umiltà è una virtù stupenda. Ma non quando si esercita nella dichiarazione dei redditi.
L'umiltà per l'artista consiste nella franca accettazione d'ogni sua esperienza, proprio come l'amore, per l'artista, è semplicemente il senso della bellezza che manifesta al mondo il suo corpo e la sua anima.
L'umiltà e la carità vanno di pari passo. L'una glorifica e l'altra santifica.
È difficile essere umili quando si è grandi come lo sono io.
L'umiltà è come una bilancia: più ci si abbassa da una parte, più ci si innalza dall'altra.