L'uomo è nato per soffrire. Se non soffre, soffre.
In Italia non c'è niente di sacro, tranne l'osso dove si prendono i calci.
L'occasione fa l'uomo ministro.
I simpatici invecchiano. Gli antipatici non muoiono mai.
L'umorismo ride di. Bisogna ridere contro. L'umorismo è il modo di ridere della borghesia e con la borghesia morirà.
La logica è una forma di pigrizia mentale.
È tanto facile avere simpatia per la sofferenza. E tanto difficile avere simpatia per il pensiero.
Non è vero che la sofferenza nobilita il carattere; la felicità a volte lo fa, ma la sofferenza, il più delle volte, rende gli uomini meschini e vendicativi.
Il niente è da preferirsi al soffrire? Io perfino nelle pause in cui piango sui miei fallimenti, le mie delusioni, i miei strazi, concludo che soffrire sia da preferirsi al niente.
L'uomo soffre forse di più o, se vogliamo, ha minore resistenza, mentre invece la donna soffre sempre senza colpa.
L'animale della terra che soffre di più fu quello che inventò il riso.
L'unico antidoto alla sofferenza mentale, è il dolore fisico.
Un'unica cosa insegno: la sofferenza e la distruzione della sofferenza.
Guariamo dalla sofferenza solo provandola appieno.
Noi non abbiamo forse valore se non per le nostre sofferenze. C'è tanta gente la cui gioia è così immonda, il cui ideale è così meschino, che noi dobbiamo benedire la nostra disgrazia se ci fa più degni.
La sofferenza dei monaci e della monache, dei solitari d'ambo i sessi, non è una sofferenza della sessualità ma di maternità e di paternità, cioè di finalità.