Gli aforismi sono il monoteismo degli esuli.
Di notte la solitudine si scuce, il giradischi svapora e, all'improvviso, il proprio guanciale è una penna.
Taluni parlano per potersi ignorare.
L'originalità ha bisogno di tirocinio.
L'istante trova il tempo che lascia.
Alle solenni impalcature dei sistemi filosofici io preferisco la frase breve e concisa. Quel poco che riusciamo a scorgere nella nebbia che avvolge la nostra esistenza può essere contenuto in un aforisma. Il resto è lttérature.
Scrivere un aforisma, per chi lo sa scrivere, è spesso difficile. Ben più facile è scrivere un aforisma per chi non lo sa fare.
L'aforisma è il potere che limita e rinchiude. Forma che ha forma di orizzonte, che è il proprio orizzonte. Da qui si vede anche in che cosa sia attraente, sempre ritratta in se stessa, con qualcosa di cupo, di concentrato, di oscuramente violento che la fa rassomigliare al delitto di Sade.
Un aforisma, una sentenza, una opinione, etc., valgono forse meno per quello che affermano o negano, quanto per lo stato d'animo che suppongono, o che ispirano, o che nascondono.
A nessuno dovrebbe essere consentito di scrivere più di un aforisma: non c'è anima così grande che non si possa esprimere con poche e precise parole.
L'aforisma è la chiusura-lampo del bagaglio delle esperienze.
Per scrivere un aforisma, mi rifaccio a un altro aforisma, già scritto da altri, che semmai sono stati scritti a loro volta ispirati da una qualche frase aforistica. Nascita per gemmazione dell'aforisma.
L'aforisma è la forma più pudica di scrittura, e se cerca la verità è per nascondersi dietro di lei.
Gli aforismi sono gli incantesimi della notte.
La riflessione è l'anima dell'aforisma. Ma anche la scrittura di aforismi è matrice di riflessioni.