Molti libri riassumono una frase.— Luigi Trucillo
Molti libri riassumono una frase.
Alcuni resistono aggrappati all'orlo dell'immaginazione.
Taluni parlano per potersi ignorare.
Per contare qualcosa bisogna essere un numero.
A volte quello che non capiamo ci cambia fino in fondo.
Il libro deve desiderare penna, inchiostro e scrivania: ma di solito sono penna, inchiostro e scrivania a desiderare il libro. Perciò oggi i libri valgono così poco.
Fare un'opera e, dopo averla fatta, riconoscere che è brutta, è una delle tragedie dell'anima. Soprattutto è grande quando si riconosce che quell'opera è la migliore che si potesse fare.
Quando un libro è uscito è tempo, per l'autore, di rimorsi.
Un best-seller è la tomba dorata d'un talento mediocre.
Dai libri imparo meno che dalla vita; un solo libro mi ha molto insegnato: il vocabolario. Ma adoro anche la strada, ben più meraviglioso vocabolario.
Qualche libro lo si legge col sentimento di fare un'elemosina all'autore.
Abbiamo bisogno di libri che agiscano su di noi come una disgrazia che ci fa molto male, come la morte di uno che ci era più caro di noi stessi, come se fossimo respinti nei boschi, via da tutti gli uomini, come un suicidio.
Per capire la differenza che esiste tra leggere un racconto su internet o su un libro, basta chiudere gli occhi e mettere il palmo della mano, prima sullo schermo e poi sulla pagina del libro. Il contatto con la carta, anche detto "libridine", ci fa capire la differenza.
Non basta avere molti libri, bisogna anche spolverarli.
Un libro fatto è un istante passato, un gradino che ci ha servito per portarci più in alto.