Alcuni resistono aggrappati all'orlo dell'immaginazione.
Per contare qualcosa bisogna essere un numero.
A volte quello che non capiamo ci cambia fino in fondo.
Di notte la solitudine si scuce, il giradischi svapora e, all'improvviso, il proprio guanciale è una penna.
Il talento è un furto di natura.
La mia immaginazione è un monastero e io sono un monaco.
L'immaginazione ingrandisce i piccoli oggetti fino a riempirne la nostra anima con una valutazione fantasiosa, mentre con temeraria insolenza rimpicciolisce i grandi riducendoli alla propria misura, come quando parla di Dio.
Riesco quasi sempre a cavalcare sia la realtà che l'immaginazione. La mia realtà ha bisogno dell'immaginazione come una lampadina ha bisogno della presa. La mia immaginazione ha bisogno della realtà come un cieco ha bisogno del suo bastone.
Sappi che tu sei immaginazione, e la totalità di ciò che percepisci - che dici essere non-io - è immaginazione nell'Immaginazione.
Dall'immaginazione dipende in gran parte quella somma di beni e di mali immaginari o ideali che ciascheduno aggiunge come un sopra più, sulla bilancia della propria felicità od infelicità.
L'immaginazione è "la pazza di casa", m'insegnarono al liceo. La realtà è peggio, risposi: è la scema del villaggio.
Non immaginare le cose come le giudica il prepotente o come egli vuole che tu le giudichi, ma sappile vedere come effettivamente sono.
Solo l'immaginazione dell'uomo fa sì che la verità trovi un'effettiva e inalienabile esistenza. L'immaginazione, e non l'invenzione, è la suprema padrona dell'arte come della vita.
Ma l'immaginazione è come un incendio. E non si può spegnere mai.
Spesso è la mancanza di immaginazione che impedisce a un uomo di soffrire troppo.