La lingua batte dove la mente duole.
L'istante trova il tempo che lascia.
Di notte la solitudine si scuce, il giradischi svapora e, all'improvviso, il proprio guanciale è una penna.
Alcuni resistono aggrappati all'orlo dell'immaginazione.
Gli aforismi sono il monoteismo degli esuli.
Ogni lingua ha un suo silenzio.
Che ci siano lingue diverse è il fatto più misterioso dell'umanità.
È segno non mediocre di amare la patria coltivare la favella materna: le nazioni si distinguono dalla lingua.
Poiché la lingua è lo specchio del pensiero, indagare il preciso significato delle parole è mettere chiarezza nelle proprie idee.
La lingua è la veste del pensiero.
La lingua è una geniale convenzione, le parole significano qualcosa solo perché siamo tutti d'accordo che ciò debbano significare.
Lo stile di un autore dovrebbe essere l'immagine della sua mente, ma la scelta e la padronanza della lingua è frutto dell'esercizio.
Tutto può cambiare, ma non la lingua che ci portiamo dentro, anzi che ci contiene dentro di sé come un mondo più esclusivo e definitivo del ventre materno.
Una lingua che non si evolve e rifiuta ogni apporto esterno, è una lingua morta. Ma se si evolve e cambia troppo rapidamente, accettando dall'estero tutto, brillanti e spazzatura, rischia di perdere la sua individualità, e di morire per altra via.