Donna sì laida, che la terra tutta né la più vecchia avea né la più brutta.
Ben ch'esser donna sia in tutte le bande danno e sciagura, quivi era pur grande.
Ch'a donna non si fa maggior dispetto, che quando o vecchia o brutta le vien detto.
Fu il vincer sempre mai laudabil cosa Vincasi o per fortuna o per ingegno.
Piccola è questa casa, ma sufficiente per me, nessuno vi ha ragioni sopra, è pulita, infine è stata fatta con i miei denari.
La bellezza è opinabile, sulla bruttezza sono tutti d'accordo.
Tutte, persin le brutte, mi danno un senso lento di tenerezza... «Sento» ? risi ? «di amarle tutte!
Per una donna la bruttezza è già metà della strada verso la virtù.
Come tutte le mattine si alzò, si guardò allo specchio e si vide bruttissima: ci mise un'ora a farsi brutta.
Bruttezza (s.f.). Dono che gli dei fanno a certe donne, e che rende possibile la virtù senza l'esercizio dell'umiltà.
La bruttezza del presente ha valore retroattivo.
Nessuno incolpi un uomo di essere brutto.
Innamora più una graziosa bruttezza che una beltà soverchiamente sostenuta.
Nulla di più deprimente, per un uomo, della bruttezza di una donna, sulla quale la laidezza degli organi o dell'atto non risalti. La bellezza conta in primo luogo perché la bruttezza non può essere sciupata, laddove l'essenza dell'erotismo risiede appunto nella profanazione.