Il socialismo è lirico, il comunismo epico; la differenza è tutta qui.
Qui non c'è nulla: né destra né sinistra. Qui si vive alla giornata, fra l'acqua santa e l'acqua minerale.
Il contrario di quel che penso mi seduce come un mondo favoloso.
La carne in scatola americana la mangio, ma le ideologie che l'accompagnano le lascio sul piatto.
Alla manutenzione l'Italia preferisce l'inaugurazione.
Distratta, indolente, prudente, la nostra borghesia ama i suoi figli viziati e ribelli.
Il socialismo, al nostro tempo, non è una conquista dei socialisti; il socialismo moderno è il figlio degenere del capitalismo. E così sarà negli anni a venire.
I socialisti sono come Cristoforo Colombo: partono senza sapere dove vanno. Quando arrivano non sanno dove sono. Tutto questo con i soldi degli altri.
Al pari del buddhismo, il socialismo è stato un movimento di massa "religioso", il quale, pur parlando in termini secolari e atei, mirava alla liberazione dell'umanità dall'egoismo e dalla brama di possesso.
Per fare bene il socialista bisogna essere milionario.
Il socialismo è portare avanti tutti quelli che sono nati indietro.
Il socialismo sarebbe bellissimo se non ci fossero i socialisti.
Il socialismo avrà valore solo in quanto condurrà all'individualismo.
La lotta alla miseria deve essere condotta dal Governo, mentre la ricerca della felicità deve essere lasciata all'iniziativa privata. In altre parole bisogna essere socialisti al vertice e liberi imprenditori alla base.
È impazienza. Impazienza. Ecco cos'è il socialismo. Una furia dell'adesso.