Il socialismo sarebbe bellissimo se non ci fossero i socialisti.
Le catastrofi politiche non vengono se non siano in qualche modo consentite o volute.
Le nostre carceri sono fabbriche di delinquenti o scuole di perfezionamento dei malfattori.
Le carceri italiane, nel loro complesso, sono la maggior vergogna del nostro paese. Esse rappresentano l'esplicazione della vendetta sociale nella forma più atroce che si abbia mai avuta.
La ferocia dei moralisti è superata soltanto dalla loro profonda stupidità.
Le libertà sono tutte solidali. Non se ne offende una senza offenderle tutte.
Il socialismo avrà valore solo in quanto condurrà all'individualismo.
Al pari del buddhismo, il socialismo è stato un movimento di massa "religioso", il quale, pur parlando in termini secolari e atei, mirava alla liberazione dell'umanità dall'egoismo e dalla brama di possesso.
Il socialismo è il sole dell'avvenire.
La lotta alla miseria deve essere condotta dal Governo, mentre la ricerca della felicità deve essere lasciata all'iniziativa privata. In altre parole bisogna essere socialisti al vertice e liberi imprenditori alla base.
I socialisti sono come Cristoforo Colombo: partono senza sapere dove vanno. Quando arrivano non sanno dove sono. Tutto questo con i soldi degli altri.
Il motivo sottinteso di molti socialisti, credo, è semplicemente un senso ipertrofico dell'ordine. L'attuale stato di cose li offende non perché causi miseria ma perché è disordinato; ciò che essi fondamentalmente desiderano, è ridurre il mondo a qualche cosa che assomiglia una scacchiera.
Il socialismo, al nostro tempo, non è una conquista dei socialisti; il socialismo moderno è il figlio degenere del capitalismo. E così sarà negli anni a venire.
È un'idea socialista che realizzare profitti sia un vizio, io ritengo che il vero vizio sia realizzare perdite.
Il socialismo è lirico, il comunismo epico; la differenza è tutta qui.
È impazienza. Impazienza. Ecco cos'è il socialismo. Una furia dell'adesso.