Il socialismo sarebbe bellissimo se non ci fossero i socialisti.
La ferocia dei moralisti è superata soltanto dalla loro profonda stupidità.
Le nostre carceri sono fabbriche di delinquenti o scuole di perfezionamento dei malfattori.
La violenza è un metodo di lotta inferiore, brutale, illusorio soprattutto, figlio di debolezza, fonte di debolezza, malgrado, anzi in ragione dei suoi effimeri trionfi.
Le catastrofi politiche non vengono se non siano in qualche modo consentite o volute.
I socialisti sono come Cristoforo Colombo: partono senza sapere dove vanno. Quando arrivano non sanno dove sono. Tutto questo con i soldi degli altri.
Il socialismo è lirico, il comunismo epico; la differenza è tutta qui.
Al pari del buddhismo, il socialismo è stato un movimento di massa "religioso", il quale, pur parlando in termini secolari e atei, mirava alla liberazione dell'umanità dall'egoismo e dalla brama di possesso.
Il motivo sottinteso di molti socialisti, credo, è semplicemente un senso ipertrofico dell'ordine. L'attuale stato di cose li offende non perché causi miseria ma perché è disordinato; ciò che essi fondamentalmente desiderano, è ridurre il mondo a qualche cosa che assomiglia una scacchiera.
La lotta alla miseria deve essere condotta dal Governo, mentre la ricerca della felicità deve essere lasciata all'iniziativa privata. In altre parole bisogna essere socialisti al vertice e liberi imprenditori alla base.
Il socialismo è il sole dell'avvenire.
È impazienza. Impazienza. Ecco cos'è il socialismo. Una furia dell'adesso.
Per fare bene il socialista bisogna essere milionario.
Il socialismo avrà valore solo in quanto condurrà all'individualismo.