Non perdoniamo mai coloro ai quali abbiamo fatto dei torti.
L'uomo saggio si ferma quando comprende che la sua condotta è sbagliata e ripara il male. L'unico peccato è l'orgoglio.
Avere fede in Dio non significava restare inerti: significava credere nella possibilità di avere successo se si faceva del proprio meglio onestamente e con impegno.
La vita non si occupa del bene e del male, ma di vittorie e di sconfitte.
Fidarsi di qualcuno è come tenere dell'acqua nelle mani chiuse a coppa: è facile perderla irrimediabilmente.
La forma sublime del disprezzo è il perdono.
La borsa, come Nostro Signore, aiuta chi si aiuta. Ma a differenza del Signore, non perdona coloro che non sanno quello che fanno.
Noi siamo tutti impastati di debolezze e di errori: perdonarci reciprocamente le nostre balordaggini è la prima legge di natura.
Negli ospedali la missione delle suore, dei medici, degli infermieri, è di collaborare a questa infinita misericordia, aiutando, perdonando, sacrificandosi.
Se vuoi perdonami, se puoi perdonalo ma soprattutto perdona te stesso.
Si perdona finché si ama.
Il perdono è per chi si pente. Il perdono è per chi cerca di riparare al male che ha fatto.
Possiamo perdonare a chi ci ha offeso. Difficilmente perdoneremo a chi ci ha, sia pure una sola volta, e involontariamente fatto paura.
Non c'è nessun perdono, in tutta questa pietà.
Più l'uomo sa e più perdona.