La guerra non è che un duello su vasta scala.
Vi sono pochissimi uomini - e sono le eccezioni - capaci di pensare e sentire al di là del momento presente.
La guerra non è che la continuazione della politica con altri mezzi. La guerra non è dunque solamente un atto politico, ma un vero strumento della politica, un seguito del procedimento politico, una sua continuazione con altri mezzi.
Il fine politico in quanto motivo determinante della guerra, sarà la misura, tanto per la meta da raggiungere mediante l'attività bellica, quanto per gli sforzi necessari.
Lo stesso fine politico può produrre effetti totalmente diversi su popoli diversi e, anche sullo stesso popolo, in epoche diverse.
La risolutezza sorge soltanto per un atto dell'intelligenza che, divenuta conscia della necessità del rischio, con questa necessità determina la volontà.
Le guerre stesse sono viaggi, viaggi di nazioni.
Se avanzo seguitemi, se indietreggio uccidetemi, se mi uccidono vendicatemi.
Mai credere in una guerra corta e felice o che chiunque si imbarchi in uno strano viaggio possa prevedere le insidie e gli uragani che incontrerà.
Ogni guerra è una guerra civile: ogni caduto somiglia a chi resta, e gliene chiede ragione.
Se esistesse una legge internazionale che obbligasse ogni capo di Stato che dichiarasse guerra a scendere in campo con tutti i suoi consiglieri per combatterla in prima linea accanto ai soldati, nel mondo ci sarebbe sicuramente qualche guerra in meno e, forse, anche qualche pacifista in piú.
Esser preparati alla guerra è uno dei mezzi più efficaci per conservare la pace.
Non esisterà mai una guerra né piacevole, né veloce.
Se per decidere se debba esserci o no la guerra, viene richiesto il consenso dei cittadini, allora la cosa più naturale è che, dovendo subire loro stessi tutte le calamità della guerra, rifletteranno molto prima di iniziare un gioco così brutto.
Se non poniamo fine alla guerra, la guerra porrà fine a noi.
I vantaggi della guerra, se ce né qualcuno, sono solo per i potenti della nazione vincente. Gli svantaggi ricadono sulla povera gente.