Ogni guerra è una guerra civile: ogni caduto somiglia a chi resta, e gliene chiede ragione.— Cesare Pavese
Ogni guerra è una guerra civile: ogni caduto somiglia a chi resta, e gliene chiede ragione.
Sorridere è vivere come un'onda o una foglia, accettando la sorte. È morire a una forma e rinascere a un'altra. È accettare, accettare, se stesse e il destino.
Le cose si scoprono attraverso i ricordi che se ne hanno. Ricordare una cosa significa vederla ora soltanto per la prima volta.
Inutile piangere. Si nasce e si muore da soli.
È religione anche non credere in niente.
La vera confidenza è sapere quel che desidera un altro, e quando piacciono le stesse cose una persona non dà più soggezione.
L'umanità deve porre fine alla guerra, o la guerra porrà fine all'umanità.
La guerra c'è sempre stata. Prima che nascesse l'uomo, la guerra lo aspettava. Il mestiere per eccellenza attendeva il suo professionista per eccellenza. Così era e così sarà.
Occhio per occhio... e il mondo diventa cieco.
Esser preparati alla guerra è uno dei mezzi più efficaci per conservare la pace.
La guerra, sola igiene del mondo.
Uccidere in guerra non è affatto meglio che commettere un banale assassinio.
Mi domando se la guerra non scoppi al solo scopo di permettere all'adulto di fare il bambino, di regredire con sollievo fino all'età dei costumi gallonati dei soldatini di piombo.
Le divise sono sempre pericolose, specialmente quando le si fa indossare a dei bambini, perché vuol dire che li si sta preparando ad una guerra.
Non si può prevenire e preparare una guerra allo stesso tempo.
Il dio della guerra odia coloro che esitano.