Un'e-mail non può contenere l'alone di una lacrima.
Il viaggio non finisce mai, solo i viaggiatori finiscono.
Arriva sempre un momento in cui non c'è altro da fare che rischiare.
Il bene non dura molto, non ce ne siamo accorti quando è venuto, non l'abbiamo visto mentre c'era, ci accorgiamo della sua mancanza quando ormai se n'è andato.
Bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera quel che si è visto in estate, vedere di giorno quel che si è visto di notte, con il sole dove la prima volta pioveva, la pietra che ha cambiato posto.
Secondo me non siamo diventati ciechi, secondo me lo siamo, Ciechi che vedono, Ciechi che, pur vedendo, non vedono.
Un uomo si siede sul water: "Eccomi interconnesso con l'internet fognario mondiale".
La tv aveva promosso lo scemo del villaggio rispetto al quale lo spettatore si sentiva superiore. Il dramma di Internet è che ha promosso lo scemo del villaggio a portatore di verità.
Internet è come un immenso magazzino (di informazioni), ma non può costituire di per sé la memoria.
Se google fosse stato un ragazzo non mi avrebbe trovata neanche se mi fossi travestita da grattacielo!
Ciascuno sempre connesso con il suo tutor virtuale e sconnesso dagli altri.
Non è un sogno pensare di essere pagati per scrivere la recensione di un'attività commerciale.
Sta sempre collegato con qualcosa, manco alla Nasa! O Twister o Facesbuck per parlarci devo pigliare un megafono.
Prima di Facebook e delle altre piattaforme simili, internet era sostanzialmente una rete di pagine e di contenuti, non di persone.
Quando sono stato eletto, solo i fisici nucleari avevano sentito parlare del World Wide Web. Ora persino il mio gatto ha la sua home page.
Mi chiedo se la letteratura non si stia ritirando dalla vita pubblica e se per i giovani scrittori Internet non rappresenti una sorta di parco giochi. In questo periodo assistiamo a una situazione di stallo, a una stagnazione cui il vocabolo "comunicazione" conferisce una certa aura.