L'unica cosa senza mistero è la felicità, perché si giustifica da sé.
Leggere è un'attività successiva a quella di scrivere: più rassegnata, più civile, più intellettuale.
Innamorarsi è dar vita ad una religione il cui dio è fallibile.
Il libro non è un ente chiuso alla comunicazione: è una relazione, è un asse di innumerevoli relazioni.
Salutarsi è negare la separazione, è dire: "oggi giochiamo a separarci ma ci vedremo domani".
Per lo Zen, gli atti più comuni possono essere compiuti con spirito religioso e debbono elevare la nostra vita.
La felicità è un modo di vedere.
Il difetto peggiore di un carattere troppo indeciso e troppo disposto a cedere è che rifiuta qualsiasi influenza costante, nessuna impressione è mai duratura e chiunque può fargli mutar parere. Chi vuole la felicità impari ad avere opinioni salde.
Tanto vale l'uomo quanto vale il concetto che egli si forma della felicità.
In ogni avversità della fortuna, la più tremenda delle sventure è l'essere stato felice.
Non credo che esista un "diritto" alla felicità. Se ci capita di essere felici, ringraziamo il cielo.
La felicità corre dietro a chi lavora e fa il bene; fugge lontano da chi la cerca sola e a dispetto di tutti.
La felicità è conoscere e meravigliarsi.
La felicità è il frutto finale e perfetto dell'obbedienza alle leggi della vita.
Felicità è un'ombra che subito precipita.
La felicità di un uomo sposato dipende dalle persone che non ha sposato.