Un bravo attore non fa mai la sua entrata prima che il teatro sia pieno.
Per lo Zen, gli atti più comuni possono essere compiuti con spirito religioso e debbono elevare la nostra vita.
L'originale è infedele alla traduzione.
Ogni scrittore, ogni uomo deve vedere in tutto ciò che gli accade, ivi compreso lo scacco, l'umiliazione e la sventura, uno strumento, un materiale per la sua arte, da cui deve trarre profitto.
A quel tempo, cercavo i tramonti, i sobborghi e l'infelicità; ora cerco i mattini, il centro e la serenità.
Il libro non è un ente chiuso alla comunicazione: è una relazione, è un asse di innumerevoli relazioni.
Nel teatro si vive sul serio quello che gli altri recitano male nella vita.
In teatro abbiamo le parole. E le parole hanno uno spazio, rimangono nell'aria. Si possono ascoltare, sentire, possiamo sperimentare il loro peso. Nel cinema, però, le parole sono relegate ad un secondo livello che le assorbe.
Al cinema, si recita; al teatro, è recitare.
Credo sia importante per un attore dividersi tra set cinematografico e teatro.
Le anime che non siano teatro di conflitti sono scenari vuoti. La concordia è sempre noiosa.
Non voglio che il mio teatro sia "civile" per differenziarlo da quest'altro teatro di "morti": io faccio teatro e basta.
La gavetta da attore l'ho fatto a teatro.
Il cinema dovrebbe farti dimenticare che sei seduto su una poltrona di un teatro.
L'essenza di una tragedia, o anche di un dramma serio, è il risveglio spirituale, o la rigenerazione, dell'eroe.
Il dramma resta sempre, dall'inizio alla fine, marcatamente politico.