Ogni felicità è un capolavoro.
La nostra memoria allontana o avvicina i fatti, li arricchisce o li impoverisce, e li trasforma per farli rivivere. La memoria non è una raccolta di documenti depositati in buon ordine: essa vive e cambia, avvicina i pezzi spenti per farne di nuovo scaturire la fiamma.
Agire e pensare come tutti non è mai una garanzia e non è sempre una giustificazione.
Accade della verità storica nè più nè meno come di tutte le altre: ci si sbaglia, più o meno.
Ogni felicità è un'innocenza.
Modesti sono coloro che hanno una tranquilla fiducia in sé stessi.
Non saremo mai contenti finché continueremo a cercare in cosa consiste la felicità, così non potremo mai vivere la vita cercandone il significato.
La felicità è un atteggiamento mentale, nato dalla semplice determinazione di essere felici sotto ogni circostanza esterna.
Vi sono nella vita alcuni semi che riposano nel nostro piccolo campo e lì restano per anni fino a quando non si trasformano in grandi alberi che, come pilastri, dominano la nostra vita. Uno di essi è quello della felicità.
La felicità è ingannevole per quelli che piangono, quelli che fanno male, quelli che hanno provato, solo così possono apprezzare l'importanza delle persone che hanno toccato le loro vite.
La felicità più grande non sta nel non cadere mai, ma nel risollevarsi sempre dopo una caduta.
Felice è chi ha potuto conoscere le cause delle cose.
La felicità e la pace del cuore nascono dalla coscienza di fare ciò che riteniamo giusto e doveroso, non dal fare ciò che gli altri dicono e fanno.
La tragedia di questo mondo è che nessuno è felice. Sia che attraversi un periodo di sofferenza che di gioia.
La felicità non è un fine da perseguire avidamente, ma un fiore da cogliere sulla strada del dovere.
Quando serbi rancore e amarezza la felicità va da un'altra parte.