Ammiro il libro che mi obbliga a leggerlo.
Lo spaventoso, morendo, è di scomparire senza aver capito. Il crimine della morte non è quando ci uccide, ma quando nel troncare la nostra angoscia le conferisce l'eternità.
La mente più alta non ha forse la prerogativa per comprendere l'universo; ma l'ultimo dei cuori che soffrono ha il diritto di accusarlo.
Ricerca scientifica: l'unica forma di poesia che sia retribuita dallo Stato.
Le farse del diritto finirebbero per renderci meno severi verso i drammi della forza.
Letteratura: proclamare di fronte a tutti ciò che si bada a nascondere ai propri conoscenti.
I libri non servono per sapere ma per pensare, e pensare significa sottrarsi all'adesione acritica per aprirsi alla domanda, significa interrogare le cose al di là del loro significato abituale reso stabile dalla pigrizia dell'abitudine.
Non voglio leggere più nessun autore di cui si noti che volle fare un libro: ma solo quelli i cui pensieri divennero improvvisamente un libro.
I libri vengono usati meno come 'occhiali' per guardare la natura, che come imposte per tenerne lontana la forte luce e la scena mutevole da occhi deboli e temperamenti apatici.
Sono i libri che un uomo legge, quelli che lo accusano maggiormente.
Dovunque si bruciano i libri, si finisce per bruciare anche gli uomini.
Un vero libro è sempre arduo, anche quando sembra linguisticamente e concettualmente semplice.
I libri condussero alcuni alla saggezza, altri alla follia.
Non si leggono i classici per dovere o per rispetto, ma solo per amore.
Uscire da un libro è come uscire dal meglio di sé. Passare dagli archi soffici e ariosi della mente alle goffaggini di un corpo accattone sempre in cerca di qualcosa è comunque una resa.
A che serve un libro senza dialoghi né figure?