Piuttosto soffrire che morire, è il motto degli uomini.
Mi piego ma non mi spezzo.
Il tempo e la pazienza possono più della forza o della rabbia.
Una persona spesso incontra il suo destino sulla strada che aveva preso per evitarlo.
Le persone che non fanno rumore sono pericolose.
Tenete sempre divisi i furfanti. La sicurezza del resto della terra dipende da ciò.
Quelli che soffrono d'indigestione stanno male quanto quelli che muoiono di fame.
Tanti sono morti disperati. E questi hanno sofferto più di Cristo. Ma la grande, la tremenda verità è questa: soffrire non serve a niente.
Se una sofferenza ci tormenta senza aiutarci, bisogna smetterla prima possibile e allontanare dal cuore conforti illusori e l'amara voluttà del dolore.
Il niente è da preferirsi al soffrire? Io perfino nelle pause in cui piango sui miei fallimenti, le mie delusioni, i miei strazi, concludo che soffrire sia da preferirsi al niente.
L'uomo soffre forse di più o, se vogliamo, ha minore resistenza, mentre invece la donna soffre sempre senza colpa.
La sofferenza dei monaci e della monache, dei solitari d'ambo i sessi, non è una sofferenza della sessualità ma di maternità e di paternità, cioè di finalità.
La sofferenza ci rende egoisti, perchè ci assorbe completamente.
Che la sofferenza sia più grande della colpa è la terribile, la distruttiva verità della croce.
Il mondo non accetta volentieri le persone che soffrono senza pudore. Ognuno vuole solo illudersi che il male non esiste e così nessuno accetta di dividere troppo a lungo con qualcuno la testimonianza del contrario.
L'animale della terra che soffre di più fu quello che inventò il riso.