È difficile non credersi superiori, quando si soffre di più.
Aver ragione troppo presto equivale ad aver torto.
Avviene sempre che lo spazio si riduca, gli stessi gesti si ripetano quasi meccanicamente ogni volta che si imbrigliano le proprie facoltà in vista di un compito solo limitato e utile.
È naturale sentire un brivido di freddo quando l'attenzione di un essere amato si posa su qualcun altro, come d'estate quando una nuvola passa sul sole.
Più si allunga il cammino alle mie spalle, più mi accorgo che di tutti i nostri mali il peggiore è l'impostura.
L'alcol è come l'amore o la vecchiaia: ci si trova ciò che vi si porta.
Ciò che propriamente fa rivoltare contro la sofferenza non è la sofferenza in sé, bensì l'assurdità del soffrire.
Nulla c'è al mondo che sia vuoto di senso, e il soffrire meno di qualunque altra cosa.
Il piacere è spesso un visitatore; ma la sofferenza si attacca crudelmente e lungamente a noi.
Il niente è da preferirsi al soffrire? Io perfino nelle pause in cui piango sui miei fallimenti, le mie delusioni, i miei strazi, concludo che soffrire sia da preferirsi al niente.
Che la sofferenza sia più grande della colpa è la terribile, la distruttiva verità della croce.
La sofferenza è una specie di bisogno dell'organismo di prendere coscienza di uno stato nuovo che l'inquieta, di rendere la sensibilità adeguata a questo stato.
La sofferenza è l'elemento positivo di questo mondo, è anzi l'unico legame fra questo mondo e il positivo.
Il nostro atteggiamento verso la sofferenza è assai importante, perchè può influire sulla capacità di affrontare il dolore quando questo si presenta.
Spesso non diciamo quello che abbiamo dentro per paura di far soffrire gli altri e così ci portiamo dietro un peso che coni1 tempo diventa una montagna.
Quelli che soffrono d'indigestione stanno male quanto quelli che muoiono di fame.