L'elemento storico nelle cose non è che l'espressione della sofferenza passata.— Theodor Adorno
L'elemento storico nelle cose non è che l'espressione della sofferenza passata.
Quel che temiamo più di ogni cosa, ha una proterva tendenza a succedere realmente.
Anche l'uomo più miserabile è in grado di scoprire le debolezze del più degno, anche il più stupido è in grado di scoprire gli errori del più saggio.
L'amore è la capacità di avvertire il simile nel dissimile.
La sospensione del tempo, intesa come fine di ogni coercizione, è l'ideale della musica.
In molti individui appare già come una sfrontatezza che abbiano il coraggio di pronunciare la parola "io".
La capacità di provare dolore e piacere è una condizione non solo necessaria ma anche sufficiente perché si possa dire che un essere ha interessi come minimo assoluto, l'interesse a non soffrire.
Spesso non diciamo quello che abbiamo dentro per paura di far soffrire gli altri e così ci portiamo dietro un peso che coni1 tempo diventa una montagna.
È tanto facile avere simpatia per la sofferenza. E tanto difficile avere simpatia per il pensiero.
La sofferenza, se affrontata senza timore, costituisce il passaporto verso la libertà.
Il niente è da preferirsi al soffrire? Io perfino nelle pause in cui piango sui miei fallimenti, le mie delusioni, i miei strazi, concludo che soffrire sia da preferirsi al niente.
Quelli che soffrono d'indigestione stanno male quanto quelli che muoiono di fame.
La sofferenza è una specie di bisogno dell'organismo di prendere coscienza di uno stato nuovo che l'inquieta, di rendere la sensibilità adeguata a questo stato.
Piuttosto soffrire che morire, è il motto degli uomini.
Quando si soffre, si crede che di là dal cerchio esista la felicità; quando NON si soffre si sa che questa non esiste, e si soffre allora di soffrire perché non si soffre nulla.
Sappiate soffrire: sapendo soffrire, si soffre meno.