I poeti parlano una sola lingua, ma non si comprendono ugualmente fra di loro.
La vita è una caduta verticale.
Un capolavoro è una partita a scacchi vinta con scacco matto.
Certo che la fortuna esiste. Altrimenti come potremmo spiegare il successo degli altri?
Un sognatore è sempre un cattivo poeta.
La scienza non serve che a verificare le scoperte dell'istinto.
I poeti non hanno pudore verso le loro esperienze intime: le sfruttano.
Tutti al mondo sono poeti, perfino i poeti.
Un tempo il calzolaio aveva un rapporto personale con i suoi stivali; oggi il poeta non ne ha nessuno con le sue esperienze.
Non è poeta chi non è buono a rifare perpetuamente dentro di sé le illusioni.
Il poeta, se è e quando è veramente poeta, cioè tale che significhi solo ciò che il fanciullo detta dentro, riesce perciò ispiratore di buoni e civili costumi, d'amor patrio e familiare e umano.
Il poeta è un fingitore. Finge così completamente che arriva a fingere che è dolore il dolore che davvero sente.
Il poeta è un imitatore, come il pittore o qualunque altro artista che produca delle immagini. Perciò egli deve necessariamente seguire una delle tre maniere di imitare: deve rappresentare le cose o come furono o sono realmente, o come si dice e si crede che siano, o come dovrebbero essere.
Il poeta ribelle, l'eroe solitario, è un individuo senza seguaci: non trascina le masse in piazza, non provoca le rivoluzioni. Però le prepara.
Il vero poeta non deve avere parenti.
Poeta si nasce, oratore si diventa.