L'avarizia comincia dove finisce la povertà.
Una nobiltà senza privilegi è come un utensile senza manico.
Una società di atei inventerebbe subito una religione.
Il ricatto è uno dei più vili assassini. E ai miei occhi un delitto d'una scellerataggine più profonda dell'omicidio.
L'amore che si basa sul denaro e sulla vanità genera la più ostinata delle passioni.
Quando le donne ci amano, ci perdonano tutto, persino i nostri crimini. Quando non ci amano, non danno credito a nulla, nemmeno alle nostre virtù.
Allo Stato il denaro è necessario come i nervi che lo sostengono, e quando vi siano numerosi gli avari, essi devono esser considerati come la base e il fondamento di quello.
L'avarizia è naturale. Percorri pure tutta la città, le piazze, le case, i templi: se qualcuno affermerà di non volere più di quello che gli basti --- la natura infatti è contenta di poco --- ritieni di avere trovato la fenice.
Gli uomini odiano coloro che chiamano avari solo perché non ne possono cavar nulla.
L'avarizia. È così sciocca che non sa neppure contare.
L'avarizia è un vizio che può trarre in inganno perché all'inizio assume l'aspetto di una virtù.
L'avarizia nasce dalla convinzione che certe cose ci sono necessarie mentre probabilmente non lo sono, e dal timore che ci venga tolto ciò da cui dipende il nostro sostentamento.
L'avaro e il dissipatore hanno un solo e medesimo difetto. Entrambi non sanno far uso del denaro e per entrambi esso è motivo di infamia. Perciò con ragione entrambi ricevono uguale castigo, perché ugualmente non sono degni di possedere.
L'avaro non è buono nei confronti di nessuno, pessimo nei confronti di sé stesso.
Chi è ricco? Chi nulla desidera. Chi è povero? L'avaro.