Che cos'è il piacere, se non un dolore straordinariamente dolce.
Dove le parole finiscono, inizia la musica.
Solo chi beneficia dell'elogio apprezza la critica.
L'esperienza è una buona scuola. Ma le sue rette sono più alte.
Chi nella vita non fu mai folle, non fu mai savio.
Come non vedere che null'altro la natura ci chiede con grida imperiose, se non che il corpo sia esente dal dolore, e nell'anima goda d'un senso gioioso sgombra d'affanni e timori?
Era proprio così: anche le cose tristi passavano, anche i dolori, le disperazioni, come le gioie, impallidivano, perdevano la loro profondità e il loro valore, fin che veniva un momento in cui non ci si poteva più ricordare cos'era stato a far tanto male. Anche i dolori sfiorivano ed appassivano.
I più grandi dolori sono quelli di cui noi stessi siamo la causa.
Sai quando le persone diventano forti? Quando imparano ad accettare il dolore.
È stupido strapparsi i capelli nel dolore, come se la pena fosse diminuita dalla calvizie.
Il dolore è il punto d'appoggio del piacere.
Il dolore? In qualunque forma ci tocchi incontrarlo - non fa veramente parte dell'esistenza umana.
È cattiva la gente che non ha provato il dolore. Perché quando si prova il dolore, non si può più voler male a nessuno.
Il dolore per la Chiesa finisce con il diventare uno strumento di potere e quindi con l'aumentare l'audience.
Non ci consoliamo dei dolori, ce ne distraiamo.