Non c'è dolore più grande della perdita della terra natia.— Euripide
Non c'è dolore più grande della perdita della terra natia.
Detesto il sapiente che non è saggio per se stesso.
È una buona cosa essere ricchi, è una buona cosa essere forti, ma è una cosa migliore essere amati da molti amici.
Si è schiavi del denaro o della sorte.
Non c'è nulla di migliore di un amico vero, non la ricchezza, non il potere: perché la folla è un contraccambio che non vale un amico nobile.
Molti uomini, a causa del riso, producono gioie illusorie: ma io odio i buffoni che per mancanza dei saggi hanno bocche senza freno, e non vanno verso armonia d'uomini, ma nel riso degne case abitano, e dalle navigazioni giungon salvi a casa.
Tutto finisce! Anche il dolore: e la pianticella che dedicasti alla requie di un caro un giorno schiuderà il fiore che offrirai a un carissimo vivente. Tutto finisce!
Quanto dolore c'è nella vita, è vero, ma quanta vita c'è nel dolore?
Probabilmente dovreste togliere strati sopra strati di dolore per vedere perché ogni cosa che vedo è cosi malata.
È questo il problema del dolore. Esige di essere sentito.
Il dolore è la forma più intensa di vita, è sovreccitazione: quindi, il ricerchiamo.
Tutti gli uomini sanno dare consigli e conforto al dolore che non provano.
Ogni dolore è facile a disprezzare; quello che comporta sofferenza intensa dura poco tempo, e quello che perdura molto tempo nella carne comporta sofferenza temperata.
Il più piccolo dolore nel nostro mignolo ci preoccupa e c'infastidisce di più della distruzione di milioni di nostri simili.
Chi aumenta sapienza, aumenta dolore.
Tutto è più doloroso se ci si pensa.