L'uomo per la parola, e il bue per le corna.
Forza di giovane e consiglio di vecchio.
I vicini devono fare come le tegole del tetto, a darsi l'acqua l'un l'altro.
Quando non c'è più olio il lume si spegne.
Il mare non ha paese nemmeno lui, ed è di tutti quelli che lo stanno ad ascoltare, di qua e di là dove nasce e muore il sole.
Siamo degli umili fiorellini avezzi alla dolce tutela della stufa, che l'aria libera uccide.
Le parole giuste al posto giusto, fanno la vera definizione dello stile.
La struttura della parola è che il soggetto riceve il suo messaggio dall'altro in forma inversa.
Ci sono uomini che usano le parole all'unico scopo di nascondere i loro pensieri.
Nelle parole c'è qualcosa d'impudico.
Ammazza più la gola che la spada.
Nessuno, mai, riesce a dare l'esatta misura di ciò che pensa, di ciò che soffre, della necessità che lo incalza, e la parola umana è spesso come un pentolino di latta su cui andiamo battendo melodie da far ballare gli orsi mentre vorremmo intenerire le stelle.
Dove le parole finiscono, inizia la musica.
Per avere labbra attraenti, pronuncia parole gentili.
A chi l'usa senza conoscerne l'origine, una parola può scoppiare in mano, come una rivoltella maneggiata da un bambino.
Se oggidì si scrivesse secondo la stretta etimologia oppure si leggesse, nessuno capirebbe più nulla; tanto le parole si dipartirono dal loro primo razionale significato.