L'orgoglio dell'umiltà è la quintessenza della superbia.
Le streghe, nel tempo stesso che sono ricolme di spaventose superstizioni, sono sommamente fiere, ed immani; talchè, se bisogna, per solennizzare le loro stregonerie, esse uccidono spietatamente, e fanno in brani amabilissimi innocenti bambini.
La meraviglia è figlia dell'ignoranza.
La natura dei popoli è prima cruda, poi severa, quindi benigna, appresso delicata, finalmente dissoluta.
La fantasia è tanto più robusta quanto più debole è il raziocinio.
Gli uomini sfogano le grandi passioni dando nel canto, come si sperimenta ne'sommamente addolorati ed allegri.
La nostra vanità è più duramente offesa proprio quando è stato il nostro orgoglio ad essere ferito.
L'orgoglio dei piccoli consiste nel parlare sempre di sé, quello dei grandi nel non parlarne mai.
L'orgoglio non ha niente di proprio; altro non è che il nome dato all'anima che divora sé stessa. Quando questa sconcertante perversione dell'amore ha dato il suo frutto, essa porta ormai un altro nome, più ricco di senso, sostanziale: odio.
Quando l'orgoglio pensa: - Non posso, dice: - Non voglio.
Io stessa sono più divina di chiunque altro io possa vedere.
La modestia è la forma più insulsa dell'orgoglio.
La barriera tra un sana fiducia in se stessi e un malsano orgoglio è molto sottile.
L'ambizione non s'accorda affatto con la bontà; s'accorda con l'orgoglio, con l'astuzia, con la crudeltà.
L'orgoglio, l'immancabile vizio degli stupidi.
Guardati dalle persone modeste: non immagini con quale commosso orgoglio coltivano le loro debolezze.