La meraviglia è figlia dell'ignoranza.
Le dottrine debbono cominciare da quando cominciano le materie che trattano.
La natura dei popoli è prima cruda, poi severa, quindi benigna, appresso delicata, finalmente dissoluta.
L'ordine dell'idee deve procedere secondo l'ordine delle cose.
Gli uomini prima sentono il necessario, dipoi badano all'utile, appresso avvertiscono il comodo, più innanzi si dilettano del piacere, quindi si dissolvono nel lusso, e finalmente impazzano in istrappazzar le sostanze.
La mente umana è inchinata naturalmente co' sensi a vedersi fuori nel corpo; e con molta difficoltà per mezzo della riflessione ad intendere sè medesima.
Gli uomini hanno cominciato a filosofare, ora come in origine, a causa della meraviglia: mentre da principio restavano meravigliati di fronte alle difficoltà più semplici, in seguito, progredendo a poco a poco, giunsero a porsi problemi sempre maggiori.
Se si pensa all'istinto che spinge il cervello umano al meraviglioso, si comprenderà l'emozione prodotta in tutto il mondo dall'apparizione soprannaturale.
Solo i fanciulli han la divina fortuna di prendere sul serio i loro giuochi. La meraviglia è in loro; la rovesciano su le cose con cui giuocano, e se ne lasciano ingannare. Non è più un giuoco; è una realtà meravigliosa.
Sono tante le meraviglie, ma nessuna è più meravigliosa dell'uomo.
Essere l'uomo più ricco al cimitero non mi interessa... Andare a letto la notte sapendo che abbiamo fatto qualcosa di meraviglioso... quello mi interessa.
La meraviglia è l'effetto della novità sull'ignoranza.
Non mi interessano i soldi, voglio solo essere meravigliosa.
Anche l'amore della meraviglia par che si debba ridurre all'amore dello straordinario e all'odio della noia ch'è prodotta dall'uniformità.
La meraviglia è in noi, non nelle cose.