Morire è facile, prima o poi ci riescono tutti.
Mi è impossibile amare una donna che non mi ami. Potrei esserle amico, ma niente di più. Ogni donna che non mi ama è un uomo.
E se fossimo solo il Suo peccato originale, l'infrazione, la mela che non doveva mangiare?
Fra imbecilli che vogliono cambiare tutto e mascalzoni che non vogliono cambiare niente, com'è difficile scegliere!
È la creazione che crea il creatore, non viceversa.
Così maldestro mi aggiro tra gli uomini che rischio di apparire sospetto.
La più gran soddisfazione che si possa dare al prossimo e che poi senza nessun dubbio ci procura le maggiori lodi, è quella di morire.
Non temiamo la morte, ma il pensiero della morte.
Ci vuole indubbiamente più coraggio ad affrontare la vita che ad affrontare la morte.
La morte dei giovani è un naufragio. La morte dei vecchi è un approdare al porto.
Per metà degli uomini la morte arriva prima di diventare creature razionali.
La morte è come un pescatore che pigli il pesce nella rete e per un po' lo lascia in acqua; il pesce nuota ancora, ma ha tutt'intorno la rete, e il pescatore lo tirerà su, quando gli sembrerà opportuno.
La morte è un sonno senza sogni e forse senza risveglio.
Non vi sarà pace durevole né nel cuore degli individui né nei costumi della società sin quando la morte non verrà posta fuori legge.
Posso morire quando voglio: questo è il mio elisir di vita.
Crediamo che la morte ci segua e, invece, ci ha preceduto e ci seguirà. Tutto quello che è stato prima di noi è morte; che importa se non cominci oppure finisci, quando il risultato in entrambi i casi è questo: non esistere.