Che ci vuole a scrivere un libro? Leggerlo è la fatica.— Gesualdo Bufalino
Che ci vuole a scrivere un libro? Leggerlo è la fatica.
I pregiudizi han più sugo, talvolta, dei giudizi.
Come si fa ad amarsi vivendo con se stessi 24 ore su 24?
In un mondo d'arrivisti buona regola è non partire.
Fra imbecilli che vogliono cambiare tutto e mascalzoni che non vogliono cambiare niente, com'è difficile scegliere!
Costa una fatica del diavolo conservare una buona opinione di sé. Chissà come fanno, certuni.
Non merita d'essere letto il libro che non lasci desiderio d'essere riletto.
I veri libri devono essere figli non della luce e delle chiacchere ma dell'oscurità e del silenzio.
Giudicare poco importante un libro non appena si scopre che mira a un qualunque fine. La prima qualità richiesta ai libri di qualità è la necessità.
È un buon libro quello che si apre con aspettativa e si chiude con profitto.
Ci dovrebbe essere un tempo nella vita adulta dedicato a rivisitare le letture più importanti della gioventù. Se i libri sono rimasti gli stessi noi siamo certamente cambiati, e l'incontro è un avvenimento del tutto nuovo.
Quanti di noi sarebbero naufraghi senza speranza in una notte atlantica, senza le voci che si levano e ci chiamano dai libri.
I libri condussero alcuni alla saggezza, altri alla follia.
Il tuo classico è quello che non può esserti indifferente e che ti serve per definire te stesso in rapporto e magari in contrasto con lui.
Spesso nella tua vita tu troverai che un libro è il migliore amico di un uomo.
Non voglio leggere più nessun autore di cui si noti che volle fare un libro: ma solo quelli i cui pensieri divennero improvvisamente un libro.