I pregiudizi han più sugo, talvolta, dei giudizi.
Mi è impossibile amare una donna che non mi ami. Potrei esserle amico, ma niente di più. Ogni donna che non mi ama è un uomo.
L'impazienza di Dio nel pubblicare il mondo non finisce di sbalordirmi. Cose così si tengono nel cassetto per sempre.
Non ho una buona opinione del mondo creato: un incubo da indigestione, durante una siesta di Dio.
Riconosco per mio solo ciò che ho scritto con inchiostro simpatico.
Sociologo è colui che va alla partita di calcio per guardare gli spettatori.
Il pregiudizio è un indispensabile maggiordomo che respinge le impressioni fastidiose dalla porta di casa. Ma bisogna evitare di farci cacciar fuori noi stessi dal nostro maggiordomo.
Il senso comune è quello strato di pregiudizi che si sono depositati nella mente prima dei diciotto anni.
Un'idea giusta nella quale ci si insedia, al riparo delle contraddizioni, come al riparo dal vento e dalla pioggia, per guardare gli altri uomini scalpicciare nella melma, non è più un'idea giusta, è un pregiudizio.
Solo le persone superficiali non giudicano dalle apparenze.
Il pregiudizio può essere iniquo, ma risponde a una necessità di difesa.
I più pericolosi dei nostri pregiudizi regnano in noi contro noi stessi. Dissiparli è creatività.
Solo colui che fu messo in croce ebbe l'onore di portare i capelli lunghi senza essere chiamato drogato.
I pregiudizi, amico, sono il re del volgo.
Fondamento di tutti i pregiudizi è la rigidezza, e il pregiudizio è un giudizio dato a priori che si basa meno sull'odio o il disprezzo per certe persone, idee o attività, che sul fatto che è più facile e più sicuro stare sul conosciuto, o con quelli che sono come noi.
Si lusingava di essere un uomo privo di pregiudizi; e questa pretesa è di per sé un grande pregiudizio.