In un mondo d'arrivisti buona regola è non partire.— Gesualdo Bufalino
In un mondo d'arrivisti buona regola è non partire.
Irresponsabile della mia nascita, ho un alibi di ferro: non c'ero.
Qualunque cosa faccia, dovunque vada, un pensiero mi conforta: sono un uomo involontario, dunque sono un uomo innocente.
Che ci vuole a scrivere un libro? Leggerlo è la fatica.
E dire che io e lui abbiamo un nemico in comune: lui me, io pure.
È più facile amare gli altri che sé. Degli altri si conosce il meglio.
Al mondo non c'è nulla di stabile, il tumulto è la vostra sola musica.
In questo mondo di guerra e violenza anche i fiori piangono... e noi continuiamo a credere che sia rugiada.
Il mondo è un bel posto e vale la pena lottare per esso.
Il mondo vivrebbe molto più facilmente senza libri che senza fogne. E ci sono posti sulla terra dove ce ne sono pochi degli uni e poche delle altre. Io naturalmente preferirei vivere senza fogne, ma io sono malato.
Ciò che veramente mi interessa è se Dio avesse potuto fare il mondo in una maniera differente, cioè se la necessità di semplicità logica lasci qualche libertà.
Storia strana, la storia del nostro mondo: non tutta del mondo, non tutta nostra, non tutta storia; non tutta così strana.
Viviamo in un mondo in cui ci nascondiamo per fare l'amore, mentre la violenza e l'odio si diffondono alla luce del sole.
Il mondo è come un contadino ubriaco. Non fai in tempo ad aiutarlo a montare in sella da una parte che subito cade dall'altra.
Quel freddo conglomerato chiamato mondo, che, così terribile nella massa, è così poco temibile, persino degno di compassione nelle sue singole unità.
Il mondo è popolato per la maggior parte da gente che non dovrebbe esistere.