Luigi Settembrini suggerisce una prospettiva unica sulla natura dell'umanità, mettendo in evidenza il ruolo del libro come compagno di vita. Questo pensiero va oltre la semplice lettura o l'apprendimento; sostiene che i libri possiedono una profondità e una verità intrinseca capace di stabilire un legame autentico con chi li sperimenta, simile a quello dell'amicizia umana. In questo contesto, il libro diventa non solo uno strumento per l'apprendimento ma anche un mezzo attraverso cui gli individui possono esplorare e comprendere se stessi ed i loro mondi interiori. La frase invita quindi a considerare la letteratura come una forma di connessione spirituale, capace di fornire consolazione, saggezza e compagnia in momenti difficili della vita.