La parola sia non il serbatoio del senso, ma il suo corpo vivente.
Noi ci lasciamo andare in un punto allo stesso spirito che combattiamo in un altro. Noi facciamo uso di concetti e credenze, senza essere a noi stessi consapevoli del sistema, o di tutta la maniera di vedere a cui appartengono.
Gli uomini, a' quali il dono felice dell'intuito concede di fare a meno dell'analisi minuta de' concetti, sono pochi; a costoro si appartiene l'autorità; ma non possono né debbono essere imitati.
La intelligenza deve deliberare, il valore eseguire.
Il vero contatto fra gli esseri si stabilisce solo con la presenza muta, con l'apparente non-comunicazione, con lo scambio misterioso e senza parole che assomiglia alla preghiera interiore.
È incredibile quante cose si dicono quando si parla di altre cose.
Le parole vere non sono piacevoli. Le parole piacevoli non sono vere.
Nessun uomo ha mai saputo abbastanza delle parole. I più grandi maestri sono stati contenti di usarne alcune in modo giusto.
La lingua è una geniale convenzione, le parole significano qualcosa solo perché siamo tutti d'accordo che ciò debbano significare.
Soltanto chi parla di quello che ha sperimentato è fiducioso.
Parlare è anzitutto parlare ad altri.
Suol dirsi che quando parla il pazzo è segno che ha udito parlare il savio. In certe materie di delicatezza, quando parlano i severi è segno che hanno udito parlare i lubrici, e che, mentre si trovano tutti d'accordo, la cosa è già passata in giudicato.
Le parole sono azioni.
Essa parola scritta non risponde più al bisogno dell'informazione totale. È stata inghiottita dall'immagine.