L'ozio è il padre di tutti i vizi, ed è il coronamento di tutte le virtù.
La giovinezza eterna è impossibile: anche se non ci fossero altri ostacoli, la renderebbe impossibile l'osservazione di se stessi.
Come un sentiero d'autunno: appena è tutto spazzato, si copre nuovamente di foglie secche.
Il sonno è l'essere più innocente che ci sia e l'uomo insonne il più colpevole.
Un cretino è un cretino. Due cretini sono due cretini. Diecimila cretini sono un partito politico.
Un libro deve essere un'ascia per il mare ghiacciato che è dentro di noi.
Coltivare l'ozio è il fine dell'uomo.
Riflettere autenticamente significa darsi a se stesso, non come una soggettività oziosa e recondita, ma come ciò che si identifica con la mia presenza al mondo e agli altri come io la realizzo adesso.
L'invenzione, secondo me, deriva direttamente da un certo ozio, forse addirittura da una certa pigrizia.
È sorprendente come può essere produttivo, a volte, non fare nulla!
L'uomo che stia ozioso si perde in questo mondo e anche nell'altro.
Io vagheggio il «diritto all'ozio», mentre c'è chi si affanna a cercare con la lanterna, il diritto al lavoro nella carta costituzionale.
Fa bene a tutti lavorare. L'ozio fa male.
Al di sopra di ogni altra cosa imparerai ad apprezzare il valore dell'indolenza. A un uomo pieno di vitalità occorre, per conquistarla, il lavoro di tutta una vita. Una volta che se n'è gustata la dolcezza, non si può più staccarsene, anche se ciò costa lotte continue.
Stare in ozio richiede un forte senso di identità personale.
L'ozio non è il non far nulla. L'ozio è essere liberi di fare qualsiasi cosa.