L'invidia è più irreconciliabile dell'odio.
La gratitudine è la più squisita forma di cortesia.
Noi non possiamo amare nulla se non in rapporto a noi, e non facciamo che seguire il nostro gusto e piacere quando preferiamo i nostri amici a noi stessi. Eppure è solo in virtù di questa preferenza che ci può essere vera e perfetta amicizia.
Nella gelosia c'è più egoismo che amore.
Nell'amicizia, come nell'amore, si è più felici per le cose che si ignorano che per quelle che si sanno.
La mente si lascia sempre abbindolare dalle ragioni del cuore.
L'invidia è l'arte di contare i colpi di fortuna degli altri anziché i propri.
La Grandezza ispira l'Invidia, l'Invidia genera Rancore, il Rancore produce Menzogne.
L'invidia è naturale all'uomo: tuttavia è un vizio e una disgrazia allo stesso tempo.
L'amore guarda attraverso un telescopio; l'invidia, attraverso un microscopio.
L'invidia è una pandemia.
L'invidia sempre vile e bassa, avversa alla giustizia e alla benevolenza è quella che sbandisce dall'animo ogni pace e tranquillità nel suo livore, che è capace del tradimento e della calunnia per opprimere ed abbassare il merito, che si espone giustamente all'odio ed all'esecrazione di tutti.
Non è felice l'uomo che nessuno invidia.
Gli uomini invidiosi dal fiuto più sottile cercano di non conoscere con maggior precisione il loro rivale per potersi sentire superiori a lui.
L'invidia è una terribile fonte di infelicità per moltissima gente.
Sono immune dall'invidia, libero di provare ammirazione e amicizia, che bellezza! Non c'è niente di più triste di qualcuno che soffre per il successo altrui, che è schiavo della critica e del rancore, che trasuda invidia, che si dibatte nel dispetto: un infelice.