La morale è la cattiva ipocrisia dell'invidia.
Se conoscessimo la verità, la vedremmo.
La vita che si vive è un fraintendimento fluido, un'allegra media tra la grandezza che non c'è e la felicità che non può esistere.
Chi è io? Cos'è questo intervallo tra me e me?
Dopo una notte trascorsa male, non siamo gradevoli per nessuno. Il sonno fuggito ha portato via con sé qualcosa che ci rendeva umani.
Il tedio non è la malattia della noia di non aver nulla da fare, ma una malattia più grave: sentire che non vale la pena di fare niente.
Il nostro amore, la nostra disposizione al sacrificio e all'abnegazione di noi stessi fruttificano solo se portati nei rapporti con i nostri simili. La moralità non può vivere e fiorire che nella vita pratica. Noi siamo responsabili anche per gli altri.
La scienza è fuori dalla portata della morale, poiché i suoi occhi sono fissi su verità eterne. L'arte è fuori dalla portata della morale, poiché i suoi occhi sono fissi su cose belle, immortali e in continuo mutamento. Alla morale appartengono le sfere più basse e meno intellettuali.
C'è solo una morale, come c'è solo una geometria.
La moralità basata sulle idee o su un ideale è un male non mitigato.
In tutto c'è una morale, basta trovarla.
Prima viene lo stomaco, poi viene la morale.
Per il momento, riguardo alla morale, so soltanto che è morale ciò che mi fa sentir bene, e immorale ciò che mi fa sentir male dopo che l'ho fatto.
La morale è ciò che resta della paura quando la si è dimenticata.
Di problemi e di dubbi morali non dovrebbe discorrere se non chi abbia tanta finezza d'intuito e di giudizio, quanta finezza d'orecchio deve avere un buon musicista.
Nella morale come nell'arte, nulla è dire, tutto è fare.