Essere poeta non è una mia ambizione. È la mia maniera di stare solo.
L'uomo perfetto dei pagani era la perfezione dell'uomo che esiste; l'uomo perfetto dei cristiani era la perfezione dell'uomo che non esiste; l'uomo perfetto dei buddisti la perfezione della non esistenza dell'uomo.
Tutto ciò che esiste, forse esiste perché esiste un'altra cosa. Nulla è, tutto coesiste: forse è proprio così.
Mai si è vissuto tanto come quando si è pensato molto.
Tutto ciò che facciamo, nell'arte o nella vita, è la brutta copia di quello che abbiamo pensato di fare.
È un errore doloroso e crasso la distinzione che i rivoluzionari stabiliscono tra borghesi e popolo, o nobili e popolo, o governanti e governati. La distinzione è tra adattati e disadattati: il resto è letteratura e cattiva letteratura.
Un attributo dell'ignoranza, l'autoinganno, potrebbe essere necessario al poeta per sopravvivere.
Per essere poeti, bisogna avere molto tempo.
Un poeta ama gli anemometri e non gli oroscopi.
Il poeta è un bugiardo che dice sempre la verità.
Il poeta è sempre lontano dall'impossibile.
Il poeta è simile al principe delle nubi che sfida la tempesta e ride dell'arciere; esiliato sulla terra in mezzo agli schiamazzi, le sue ali di gigante gli impediscono di camminare.
Io non credo in quei poeti dalle cui menti, si dice, i versi prorompono già compiuti, come dee corazzate. Io so quanta vita interiore e quanto sangue rosso vivo ogni singolo verso genuino deve aver bevuto, prima di poter alzarsi in piedi e camminare da solo.
Tutti i poeti sono pazzi.
Un buon poeta non sa mai chi e che cosa è, è a un passo dall'orlo dell'abisso, ma non c'è niente di sacro in quello che fa, è un mestiere. Come lavare i pavimenti di un bar.
Il poeta è colui che esprime la parola che tutti avevano sulle labbra e che nessuno avrebbe detta.