Non sapendo come cavarsela, la natura ci fa morire.
Lavorando accaniti il tempo passa via e non lo vedi. Per vivere a lungo bisogna annoiarsi.
Credi di volare e sono calci nel sedere.
Il gioco è libertà ma la libertà non è un gioco.
Nessuno può battere in eleganza un re in esilio.
I più poveri di tutti sono gli stupidi.
La morte, mistero inesplicabile, di cui un'esperienza quotidiana sembra non avere ancora convinto gli uomini.
Sulla morte: o dispersione, se ci sono gli atomi; se invece c'è l'unità, o spegnimento o trasferimento.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi- questa morte che ci accompagna dal mattino alla sera, insonne, sorda, come un vecchio rimorso o un vizio assurdo. I tuoi occhi saranno una vana parola, un grido taciuto, un silenzio.
Dal mio corpo in putrefazione cresceranno dei fiori, e io sarò dentro di loro: questa è l'eternità.
La morte in sé non è una brutta cosa: brutta è la strada che porta alla morte.
La consapevolezza della morte ci incoraggia a vivere.
Morire. Non fosse che per fregare l'insonnia.
La morte di un uomo è meno affar suo che di chi gli sopravvive.
Alessandro il Macedone e il suo stalliere, una volta morti, hanno fatto la stessa fine: o entrambi riassorbiti nei medesimi princìpi seminali del mondo oppure, con pari trattamento, dispersi negli atomi.
Ricordiamo il vecchio adagio: si vis pacem, para bellum: se vuoi conservare la pace preparati alla guerra. Sarebbe ora di modificare questo adagio e di dire: si vis vitam, para mortem: se vuoi poter sopportare la vita, disponiti ad accettare la morte.