Scrivo, quindi sono.
Morte. La più implacabile delle malattie ereditarie.
Nessun rimedio è all'altezza della morte.
Il buonismo è il lato viscido della cattiveria.
Sono un perdente. Qualcuno deve pur farlo.
Oltre all'attesa di quello che accadrà dopo la morte, mi inquietano altri due interrogativi antecedenti e senza risposte: quando e come moriro? E il quando è meno preoccupante del come.
La politica non è una cattiva professione. Se hai successo hai molte gratificazioni, se cadi in disgrazia puoi sempre scrivere un libro.
È chiaro quanto di più crudele è la penna che la spada.
Una persona che sa scrivere una lunga lettera con facilità non può scrivere male.
Non scrivere mai per piacere al pubblico, ma per piacere a te.
Il processo creativo in se stesso è già un'attività estremamente piacevole: per me è divenuta come una droga della quale non posso farne a meno. Generalmente lavoro per un anno, poi mi concedo sei mesi di relax e di viaggi. Trascorsa questa pausa, comincio ad attendere con ansia l'ispirazione.
Scrivere ti dà sollievo. Persino quando non hai niente da dire, scrivere ti dà sollievo. Ma lo sappiamo, quando non abbiamo niente da dire?
Ogni stile di scrittura deve rivelare una certa affinità con lo stile lapidario, che è infatti l'antenato di tutti gli stili.
Se è vero che bisogna possibilmente pensare come uno spirito grande, bisogna invece parlare la stessa lingua che parlano gli altri. Bisogna usare parole ordinane, ma dire cose fuori dell'ordinario.
Meglio usare la penna che le mani, è un modo più elegante di dare cazzotti.
Nello scrivere tenetevi lontani da ogni eccesso di stile e di passione e farete cosa utilissima e onestissima.