Una persona che sa scrivere una lunga lettera con facilità non può scrivere male.— Jane Austen
Una persona che sa scrivere una lunga lettera con facilità non può scrivere male.
Più conosco il mondo e meno ne sono entusiasta: ogni giorno che passa mi conferma nel mio giudizio sull'instabilità dei caratteri e sullo scarso affidamento che va fatto su ciò che può apparire merito o ingegno.
La timidezza non è che la conseguenza di un senso di inferiorità. Se potessi convincermi che le mie maniere sono del tutto disinvolte e garbate, non sarei timido.
Le sciocchezze smettono di essere tali se compiute da persone di giudizio.
Nella riservatezza c'è sicurezza, ma non attrazione. Non si può amare una persona riservata.
Chi non cambia mai la propria opinione ha il dovere assoluto di essere sicuro di aver giudicato bene sin da principio.
Scrivere presuppone ogni volta la scelta d'un atteggiamento psicologico, d'un rapporto col mondo, d'un'impostazione di voce, d'un insieme omogeneo di mezzi linguistici e di dati dell'esperienza e di fantasmi dell'immaginazione, insomma di uno stile.
Scrivere non è una professione, ma una vocazione all'infelicità. Non credo che un artista possa mai essere felice.
Uno scrive perché vede, l'altro perché sente dire.
Dello scrivere bene l'origine e la sorgente è il pensiero saggio.
Bisognerebbe scrivere ogni volta come si scrivesse per la prima e per l'ultima volta. Dire quanto sarebbe giusto per un congedo e dirlo così bene come per un debutto.
Meglio usare la penna che le mani, è un modo più elegante di dare cazzotti.
In quel periodo scrivevo frasi così intelligenti che dopo qualche tempo, rileggendo, non le capivo più.
Se gli scrittori dovessero attendere fino a che la loro preziosa psiche sia completamente serena non verrebbe scritto poi molto.
Un modo per arricchire un personaggio, per dargli spessore, è quello di far parlare di lui altri differenti personaggi: ognuno avrà il suo modo di vederlo e di considerarlo.
Scrivere è anche non parlare. È tacere. È urlare in silenzio.