Il dio della guerra odia coloro che esitano.
Perseverare, confidando nella speranza che ha, è il coraggio dell'uomo. Il codardo dispera.
Una mente titubante è un vil possesso.
Gli amici che nella sfortuna non si dimostrano tali sono amici solo di nome, e non di fatto.
Qualsiasi giovane ha un padre scorbutico e odioso in casa, acquista grandi mali.
Il pensiero successivo è immancabilmente più saggio.
La guerra sta all'uomo, come la maternità alla donna.
La guerra è un ossessione dei vecchi, che mandano i giovani a combatterla.
Chi, essendo in guerra col mondo, è in pace con se medesimo, può essere felice; ma non può non essere infelicissimo chi, essendo in guerra con se medesimo, sia in pace col mondo.
Se non poniamo fine alla guerra, la guerra porrà fine a noi.
Molte guerre, purtroppo, derivano dal timore di coloro che sono diversi da noi stessi. Solo attraverso il "dialogo" si possono superare queste paure.
La guerra è un gioco, che i re, se i loro sudditi fossero saggi, non giocherebbero mai.
Facciamo la guerra per poter vivere in pace.
La guerra genera la guerra e la vittoria la sconfitta.
La guerra non è un gioco da salotto in cui tutti rispettano le regole. Quando ci sono in ballo la vita e la morte, le regole e gli obblighi vanno a farsi benedire. Qui soltanto il ripudio totale della guerra può essere utile.
Il vero guaio della guerra moderna è che non da a nessuno l'opportunità di uccidere la gente giusta.