La morte odora di resurrezione.
Qualcuno ha definito la malattia dell'uomo d'oggi come una progressiva perdita del centro. Un tempo l'uomo fu creduto misura di tutte le cose, più tardi si continuò a crederlo misura di tutte le cose, oggi non lo si crede più misura di nulla.
Uno dei compiti fondamentali dell'industria è di divertire l'uomo, ossia di divergerlo da quell'otium contemplativo, ch'è il peggior nemico di ogni attivismo.
Perché si lavora? Certo per produrre cose e servizi utili alla società umana, ma anche, e soprattutto, per accrescere i bisogni dell'uomo, cioè per ridurre al minimo le ore in cui è più facile che si presenti a noi questo odiato fantasma del tempo.
Ho imparato una verità che pochi conoscono: che l'arte largisce le sue consolazioni soprattutto agli artisti falliti.
Occorrono troppe vite per farne una.
La morte è il riposo, ma il pensiero della morte è il disturbatore di ogni riposo.
È sorprendente: il potere della morte umana di far rinsavire. Ha più peso di ogni parola, di ogni argomento: è la forza ultima. Si impossessa della tua attenzione e del tuo tempo. E ti lascia cambiato.
È l'ignoto che temiamo, quando guardiamo la morte e il buio, nient'altro.
Un analfabeta morto un'ora fa sa più cose sull'universo di tutti gli scienziati messi insieme.
Nella vita la cosa più audace è odiare la morte; sono disprezzabili e disperate le religioni che ottundono questo odio.
Gli uomini temono la morte come i bambini temono il buio; e come quella paura naturale nei bambini è accresciuta da fole e racconti, così è dell'altra.
Il fatto che siano tutti votati alla scomparsa, produce in noi un sentimento insopportabile. Ma lo sarebbe ancora di più se fosse la morte a scomparire...
Veder la china, il baratro profondo, la via senza ritorno, ultima via... Triste non è il tramonto, amica mia, triste è dover assistere al tramonto!.
Ho vissuto abbastanza; ora, sazio, aspetto la morte.
Il pensiero più fastidioso e più affliggente che si possa avere, vivendo: quello della morte.