Così è la notte, una folla di madri illuminate, che si chiamano stelle.
Si praticava la pubblica felicità con insolenza.
Il presente è la sola conoscenza che serve. L'uomo non ci sa stare nel presente.
Sul mare non è come a scuola, non ci stanno professori. Ci sta il mare e ci stai tu. E il mare non insegna, il mare fa, con la maniera sua.
La montagna nasconde, ha vicoli, soffitte, sotterranei, come la città dei suoi anni violenti, ma più segreta.
Quassù ritrovo l'aria, l'ispiro così forte che finalmente so cos'è l'ispirazione per un artista. È aria venuta da lontano, respirata prima da alberi e da generazioni.
Ogni notte esige il proprio menù.
La notte dissimula i difetti ed è indulgente con tutte le imperfezioni; a quell'ora, ogni donna sembra bella.
Chi non vede il fratello nella notte, nella notte non può vedere se stesso.
Questo paese è geologia di giorno e astronomia di notte.
La notte è calda, la notte è lunga, la notte è magnifica per ascoltare storie.
Ascoltate i pensieri, i presentimenti della notte, perché, in quella pace, come sommesso rumore lontano, si fa la coscienza sentire.
E' notte, i pesci volano alti e il destino sa già tutto.
La sera bisogna uscire, girare, mangiarsi la notte, perdersi nella merda della periferia e capire che solo la notte con i suoi accordi e le sue note improbabili ti può far capire qualcosa. La notte che ti costringe a un duello tra la tua vita e tutta l'altra vita.
Dal profondo della notte che mi avvolge, buia come il pozzo più profondo che va da un polo all'altro, ringrazio gli dei chiunque essi siano per l'indomabile anima mia.
Scrivevo silenzi, notti, notavo l'inesprimibile, fissavo vertigini.