Così è la notte, una folla di madri illuminate, che si chiamano stelle.— Erri De Luca
Così è la notte, una folla di madri illuminate, che si chiamano stelle.
Guardai in alto le risapute stelle: la lince, il cane minore, il toro, il cigno, il drago, tutto lo zoo fantastico del cielo. Dove gli astronomi videro forme animali collegando i punti, io leggevo le lettere dell'alfabeto ebraico.
La prima notizia sulla mano destra un bambino la prende dal segno della croce. Impara a farlo con la mano giusta e da quello sa che è la destra.
La scuola dava peso a chi non ne aveva, faceva uguaglianza. Non aboliva la miseria, però tra le sue mura permetteva il pari. Il dispari cominciava fuori.
Si ottiene dal mare quello che ci offre, non quello che vogliamo. Le nostre reti, coffe, nasse, sono una domanda. La risposta non dipende da noi, dai pescatori.
L'innocenza poteva essere una specie di insolenza.
E' la notte la vera musica che sento: rane, grilli, i suoni della natura. La musica è il canto della terra.
Io sopporto con fatica le notti di plenilunio che d'estate o d'inverno denudano tutte le cose. Esse scacciano il sonno e conducono sempre con sé pensieri lucidi e freddi. Siano maledette!
Certe notti sono fatte per la tortura, o la riflessione, o il sapore di solitudine.
Ogni notte esige il proprio menù.
Nella vostra vita vi auguro almeno un blackout in una notte limpida.
Non c'è notte tanto grande da non permettere al sole di risorgere il giorno dopo.
Il canto di un usignolo lima la notte.
Era notte e la luna splendeva nel cielo sereno.
Venne la notte e fu compita la conquista dell'ancella. Il suo corpo ambrato la sua bocca vorace i suoi ispidi neri capelli a tratti rivelazione dei suoi occhi atterriti di voluttà intricarono una fantastica vicenda.