L'uomo è ricco da quando ha familiarizzato con la penuria.
Chi non ricorda il bene passato è vecchio già oggi.
La ricchezza non consiste nell'avere grandi proprietà, ma nell'avere pochi bisogni.
Il più gran frutto del bastare a sé stessi è la libertà.
Niente basta a chi non basta ciò che è sufficiente.
Non scioglie dal turbamento dell'anima e neppure vale a dare meritevole gioia il possedere le più grandi ricchezze, né gli onori e l'ammirazione delle folle, né altro di quanto dipende da motivi sregolati.
La miseria è un'invenzione degli uomini e la grandezza il normale andazzo del mondo.
L'uomo non ha una sola e identica vita; ne ha molte giustapposte, ed è la sua miseria.
La miseria aguzza il pugnale dell'assassino; prostituisce la donna; corrompe il cittadino; trova satelliti al dispotismo.
Il sesso è l'ultimo rifugio del miserabile.
Il dolore, in chi manca di pane, è più rassegnato.
Anche la miseria è un'eredità.
La mia famiglia viveva in una tale miseria che quando finalmente siamo diventati poveri abbiamo fatto una festa.
La nostra politica non è diretta contro alcun paese o dottrina, bensì contro la fame, la miseria, la disperazione o il caos.
La sensazione che provocano le casupole infime, sudice, infette, barcollanti tra rigagnoli e immondizie, è stranamente liberatrice: non c'è alcun tentativo di velare, di nascondere, di eludere la fondamentale sporcizia dell'esistere, la sua qualità escrementizia e torbida.
Miseria e grandezza di questo mondo: non offre verità ma amori. Regna l'Assurdità e l'amore si perde.