L'uomo è ricco da quando ha familiarizzato con la penuria.— Epicuro
L'uomo è ricco da quando ha familiarizzato con la penuria.
È bene riflettere sulle cose che possono farci felici: infatti se siamo felici abbiamo tutto ciò che occorre; se non lo siamo facciamo di tutto per esserlo.
Ciascuno è maestro di se stesso e solo dentro di se trova la ragione delle cose.
L'ingiustizia non è di per sé un male, ma consiste nel timore che sorge dal sospetto di non poter sfuggire a coloro che sono stati preposti a punirlo.
Il saggio che si è adattato alle necessità sa meglio spartire con gli altri che prendere tutto per se; nell'autosufficienza ha trovato un tesoro così grande.
Invecchiando, tu sei proprio come io ti esorto ad essere, e hai riconosciuto che cosa sia il filosofare per se stesso e che cosa sia il farlo per l'Ellade. Me ne rallegro con te.
Colui che è affamato non ha scelta. Il suo spirito non proviene da dove lui vorrebbe, ma viene dalla fame.
La nostra ricchezza è il disordine, che poi è anche la nostra miseria.
Fintanto che gli stranieri guadagnano meno di noi, vivono in condizioni di povertà, ecc. li accettiamo volentieri, ma il cielo ci salvi non appena stanno meglio di noi.
Un ventre di un miserabile ha più bisogno d'illusioni che di pane.
Provo una specie di vergogna ad essere felice alla vista di tante miserie.
La coscienza ci assicura, che meglio è la generosità con la miseria, che la dappocaggine con la contentezza.
La miseria è un'invenzione degli uomini e la grandezza il normale andazzo del mondo.
Il nazionalismo è l'unica consolazione dei popoli poveri.
Una metà del mondo deve sudare e grugnire e l'altra metà può sognare.
La miseria avvilisce, la clausura deprava.