La miseria avvilisce, la clausura deprava.
Un giorno fu chiesto a qualcuno se ci fossero dei veri atei. Credete, rispose, che ci siano dei veri cristiani?
Quando ci si toglie la vita, si vuol far sì che gli altri si disperino. Ma se così facendo crediamo di dar loro soddisfazione, allora la nostra vita ce la teniamo.
La voce della coscienza e dell'onore è ben debole quando le budella urlano.
La superstizione immagina le cose più stravaganti e grossolane, piuttosto che restare a riposo.
Le donne troppo virtuose hanno in sé qualcosa che non è mai casto.
E' stata una nostra colpa, non meno grave delle altre, l'essere vissuti per tanti anni distratti in uno squallore che agiva per conto suo.
Ventre affamato non sente ragione.
La grandezza dell'uomo sta in questo: che ha coscienza della propria miseria.
Gianni Boncompagni se incontra una donna tipo "Ho trent'anni e non mi sento realizzata" si butta dalla finestra. Lui ha bisogno di compagne che gli dicano: "Porca miseria, domani mi interrogano sulle capitali e non le so". E lui dice: "Dai, ripassiamole insieme".
A voi che vi siete arricchiti con la mia pelle, mantenendo me e la mia famiglia in una continua semi-miseria od anche di più, chiedo solo che per compenso dei guadagni che vi ho dati pensiate ai miei funerali. Vi saluto spezzando la penna.
Dal che si vede che, dal fondo della miseria, gli agi e i piaceri della vita, in sé vani e caduchi, possono acquistare un valore spirituale vero e proprio.
Il dolore, in chi manca di pane, è più rassegnato.
Non possiamo abituarci alle situazioni di degrado e di miseria che ci circondano. Un cristiano deve reagire.
Tutte le nostre miserie derivano per lo più dal fatto che non siamo capaci di restare seduti tranquillamente soli in una stanza.
La fame fa imparare in fretta tutti i mestieri.