A volte ci si sfama anche con gli occhi.— Dacia Maraini
A volte ci si sfama anche con gli occhi.
Non c'è niente di eroico nel vile infierire su chi è più debole.
C'è un "perché" nascosto in tutte le cose che conduce ad un altro "perché", il quale suggerisce un piccolissimo imprevisto "perché", da cui scaturisce probabilmente un altro, nuovissimo e appena nato "perché".
È sempre per un soprassalto dell'immaginazione che si diventa gelosi.
L'ignoranza può essere sublime, ma è sempre perdente e conduce verso la catastrofe.
E in una carezza, in un abbraccio, in una stretta di mano a volte c'è più sensualità che nel vero e proprio atto d'amore.
L'occhio non vede cose ma figure di cose che significano altre cose.
Gli occhi che piangono di più sono anche quelli che vedono meglio.
Gli occhi ti dicono quello che uno è; la bocca quello che è diventato.
L'occhio è il punto in cui si mescolano anima e corpo.
Quando gli occhi dicono una cosa e la bocca un'altra, l'uomo avveduto si fida del linguaggio dei primi.
Dagli occhi delle donne derivo la mia dottrina: essi brillano ancora del vero fuoco di Prometeo, sono i libri, le arti, le accademie, che mostrano, contengono e nutrono il mondo.
Gli occhi stanchi di pianto sono i più degni di riposarsi nella contemplazione del cielo.
Gli occhi molto belli sono insostenibili, bisogna guardarli sempre, ci si affoga dentro, ci si perde, non si sa più dove si è.
Non ha solo occhi che vedono, ha occhi che fanno vedere.