È sempre per un soprassalto dell'immaginazione che si diventa gelosi.
Dopo millenni di odi e di guerre per lo meno dovremmo avere imparato questo: che il dolore non ha bandiera.
Un poeta è uno a cui non interessano le storie, si concentra sulle visioni e lavora sul linguaggio.
A volte ci si sfama anche con gli occhi.
La nostra mente rifiuta di mettersi addosso cilici segreti. Vuole trovare la gioia del vivere e del morire.
Credersi superiori è da piccini di mente. Siamo un granuccio di vita in un universo vorticante che precipita vertiginosamente verso chissà dove.
La gelosia è un abbaiare di cani che attira i ladri.
Le donne insignificanti sono sempre gelose dei loro mariti, le belle non lo sono mai. Sono sempre così occupate a essere gelose dei mariti delle altre.
La gelosia è una battaglia persa, un sentimento inutile: certo quando si ama una persona è normale volerla tutta per sé, ma non bisogna lasciarsi sopraffare da questo impulso perché la gelosia può disgregare un legame sincero, che uno ha costruito negli anni, solo per una sorta di fobia.
Nella gelosia c'è più egoismo che amore.
La gelosia è sovente solo un inquieto bisogno di tirannide applicato alle cose dell'amore.
La gelosia ha da entrar nell'amore, come nelle vivande la noce moscata. Ci ha da essere, ma non si ha da sentire.
Chi non è geloso anche delle mutandine della sua bella, non è innamorato.
Spesso, la gelosia non è che un presentimento.
La gelosia è la malattia dell'anima.
Sì, è molto difficile vivere sotto il despotismo in genere, ma sotto il despotismo di un geloso è orribile!