Non si nasce per esistere, ma per aver vissuto.
La declamazione dell'autenticità individuale diventa una posa quando si parla contro la massa dimenticando di farne parte.
La nostra morte individuale, solitaria e dimenticata nel frastuono delle cose ci incute sgomento in cuore.
Avere autentici maestri è una grande fortuna, ma è anche un merito, perché presuppone la capacità di saperli riconoscere e di sapere accettare il loro aiuto.
I grandi umoristi e i grandi comici, da Cervantes a Sterne o a Buster Keaton, fanno ridere della miseria umana perché la scorgono in primo luogo in se stessi, e questo riso implacabile implica un'intelligenza amorosa del comune destino.
Non è detto che l'universo debba essere organizzato secondo leggi corrispondenti alle strutture della mente e della percezione umana.
Nascere denota coraggio. Farlo in una famiglia povera rasenta l'eroismo.
Si domandava perché la nascita di un bimbo è chiamata "lieto evento", ma non riusciva a trovare una risposta che lo convincesse.
Nascere è ricevere un intero universo in dono.
La nascita è il fondamento della vecchiaia e della morte.
Si nasce, e poi l'unica cosa che siamo sicuri ci succederà sarà il morire.
La nostra nascita non è altro che l'inizio della nostra morte.
Come l'accensione di una candela dà a questa in una il principio di vita e di morte, così la nascita all'uomo.
Tutto sarebbe tanto più semplice se nascessimo con le istruzioni per l'uso e la data di scadenza.
Non importa essere nati in un pollaio, quando si e usciti da un uovo di cigno.
Che delitto abbiamo commesso per meritare di nascere?