Il nemico della libertà è la falsa universalità.
Tranne pochi spiriti capaci di libertà, quasi tutti riusciamo a non vedere ciò che non vogliamo vedere, e ci rendiamo colpevoli, in un'assurda buona fede che non ci salverà ma che ci verrà imputata come un'aggravante.
Per essere liberi, per non lasciarsi sedurre dai maestri desiderosi di plagiare anime e plasmare seguaci, è necessario essere intellettualmente poligami e politeisti.
Tutte le ideologie servono a velare e a sopportare l'intollerabile tragicità della vita nuda, con la quale non è il caso di civettare e che è bene far finta di ignorare.
La vera letteratura non è quella che lusinga il lettore, confermandolo nei suoi pregiudizi e nelle sue insicurezze, bensì quella che lo incalza e lo pone in difficoltà, che lo costringe a rifare i conti col suo mondo e con le sue certezze.
Il viaggio è sempre un ritorno a casa, l'avventura dello spirito che parte per impadronirsi del mondo e dispiegare, in questa lotta col molteplice e con l'ignoto, le proprie latenti possibilità, sì da tornare, cresciuto e adulto, alla casa ritrovata.
Soltanto colui che nulla si aspetta è veramente libero.
L'unica vera legge è quella che conduce alla libertà.
Libertà, il frivolo motivetto della nostra civiltà, ma solo quelli che ne sono privati hanno il benché minimo sentore di cosa sia realmente.
Per rimanere liberi bisogna, a un bel momento, prendere senza esitare la via della prigione.
Il vivere libero è assai più bello del vivere in carcere; chi ne dubita?
Per essere liberi in un'età come la nostra, uno deve essere in una posizione d'autorità. Questo di per sé basterebbe a rendermi ambizioso.
Non si deve permettere agli uomini liberi di prendersi troppe libertà.
In fondo nella vita, la più grande affermazione di libertà è quella di chi si crea una prigione.
Ogni cosa ha il suo prezzo, ma nessuno saprà quanto costa la mia libertà.
La libertà non è un fine; è un mezzo.